Colao spiega la strategia Vodafone nel mercato dei diritti sul calcio

“La nostra politica segue questa convinzione: in Europa il calcio è l’unico contenuto di valore univoco per il cliente. Se non c’è fa la differenza”. Non poteva non soffermarsi sullo…

International champions cup inter milan juve

“La nostra politica segue questa convinzione: in Europa il calcio è l’unico contenuto di valore univoco per il cliente. Se non c’è fa la differenza”. Non poteva non soffermarsi sullo sport più popolare del mondo Vittorio Colao, 56 anni, dal 2008 alla guida del gruppo Vodafone al culmine di una carriera iniziata in Omnitel nel 1996.

Calcio, che, per un gruppo attivo su scala mondiale come Vodafone, è soprattutto Europa: “Negli Usa è il football – spiega Colato -. In India il cricket. Insomma, lo sport è dominante. Dunque se in un Paese un concorrente entra nel mondo dei diritti del calcio dobbiamo farlo anche noi, come è accaduto in Spagna e Portogallo”.

Sport prioritario, quindi, in una strategia a più livello: “Tolto lo sport la differenza la fa la qualità del servizio. In Italia per la serie A? Non posso commentare ma la nostra politica è la stessa degli altri Paesi: non avere contenuti esclusivi ma non essere esclusi da contenuti premium. Evitiamo di creare inflazione inutile: in Portogallo l’industria pagava 80 milioni per i diritti del calcio. Ora costano 170 milioni e abbiamo tutti gli stessi contenuti di prima”.

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Colao fa anche il punto sulla diffusione strategica del gruppo: «Dal punto di vista della strategia di mercato europeo ci concentriamo nei Paesi dove già siamo, non sentiamo il bisogno di estenderci ad altre aree. Magari questo potrebbe accadere in Africa. Ma in Europa puntiamo sull’Internet delle cose, che per noi è tutto business che si va a sommare a quello tradizionale (il cliente che oggi spende 20 o 30 euro domani ne spenderà 40 per avere una telecamera connessa, un tracker sulla bicicletta e una serie di altri oggetti connessi di cui oggi non possiamo nemmeno immaginare i profili), e sulla convergenza rete fissa e rete mobile».

Tra i problemi affrontati anche quello legato all’informazione e alle fake news. “Va detto – spiega Colao – che il fenomeno non è grande dal punto di vista economico, ma è imbarazzante e non è nemmeno giusto. Ci siamo trovati ad affrontare il problema tecnico e la soluzione è stata la creazione di una white list, cioè una lista di siti, diversi da paese a paese, che Wpp, Facebook e Google devono anche manutenere nel tempo. Preferiamo perdere qualche opportunità di seguire a basso costo i clienti piuttosto che fare una cosa che non fa bene al brand, al buon giornalismo, e non è nell’interesse della società”.