La Rai chiude al calcio pay, Campo Dall'Orto: "Priorità sono i Mondiali, non la Champions"

La Rai chiude all’ipotesi di sbarcare nel mercato dello sport a pagamento e fissa le priorità per quanto riguarda il calcio del futuro sulla tv di Stato. Per dire la…

Presentazione dei palinsesti RAI per l'autunno 2016

La Rai chiude all’ipotesi di sbarcare nel mercato dello sport a pagamento e fissa le priorità per quanto riguarda il calcio del futuro sulla tv di Stato. Per dire la verità, un domani non troppo lontano dal recente passato e colorato d’azzurro. Tra le priorità, confida in una intervista al Sole 24 Ore il direttore generale di viale Mazzini, Antonio Campo Dall’Orto, ci sono “i Mondiali di calcio, su cui l’asta è aperta ma nessuno ha comprato i diritti perché il valore richiesto è troppo elevato dal momento che non vi è certezza della presenza dell’Italia”. Per questo si tifa perla squadra di Gian Piero Ventura e come seconda priorità “ci sono le Olimpiadi”.

Campo Dall’Orto spiega che la Rai non ha “la tentazione di entrare nel calcio a pagamento. Su quello gratuito, come per le finestre della Champions League, saremmo interessati, ma abbiamo altre priorità”, assicura il dg che cita appunto la Coppa del Mondo e le Olimpiadi. E proprio sui giochi la Rai è in trattativa con Discovery che ha conquistato i diritti televisivi in esclusiva per i Giochi dal 2018 al 2024, in tutta Europa. Ovviamente la Rai è interessata a conquistare alcune immagini, anche in previsione dei Giochi invernali che saranno il prossimo anno in Corea del Sud.

Che distanza c’è tra viale Mazzini e il broadcaster internazionale? “Stiamo trattando, ma siamo lontani. Le nostre priorità – rimarca Campo dall’Orto – sono, nell’ordine, Mondiali, Olimpiadi, ciclismo, sport popolare, Formula Uno. Tra cinque anni sarà più difficile per il servizio pubblico avere tali eventi”. Ma qual è l’intento della Rai? Come spiega il numero uno della tv di Stato, “la nostra missione è quella di tenere unito il Paese, con la fiction civile come con la Nazionale di calcio. Under 21 inclusa. Dobbiamo creare momenti collettivi”. Non trasmissioni d’elite, insomma.

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