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Esultanza giocatori Pescara - Foto Filippo Alfero/Insidefoto

Scintille tra soci in casa del Pescara. Domenica in tarda mattinata il patron Daniele Sebastiani ha chiuso ufficialmente la trattativa con l’ex amministratore delegato del club e socio di minoranza Danilo Iannascoli che aveva messo nel mirino il 70% della società che da alcune settimane è ufficialmente in vendita. “Non parlerò da oggi più di cessione del Pescare – aveva detto ieri Sebastiani – Il discorso per quanto mi riguarda è chiuso. Per me l’operazione vendita delle quote a Iannascoli si chiude qui: non sono interessato e non lo sono più. Poiché continuerò a cercare soci importanti per fare grande il Pescara, per la parola che ho dato, lo chiamerò per mostrargli un’offerta che e se arriverà, anche se da statuto neanche sono tenuto a farlo”.

Ma le parole del presidente in carica hanno spinto il socio di minoranza a prendere posizione e spiegare i termini finanziari dell’operazione che aveva proposto a Sebastiani. In soldoni: sei milioni cash in caso di retrocessione in B, nove con la salvezza. “Prendo atto della non accettazione e della chiara volontà di netta chiusura ad intavolare qualsiasi ulteriore trattativa, esternata da Sebastiani”, ha spiegato oggi Iannascoli. “In riferimento alla trattativa intercorsa per l’acquisto del 70% delle quote del Capitale Sociale della Delfino Pescara 1936 SpA, sono a precisare, mio malgrado, stante la riservatezza che avrei voluto mantenere in merito, che – ha proseguito il socio di minoranza – la proposta presentata prevedeva il riconoscimento di 9 milioni di euro in caso di permanenza al Campionato di serie A e 6 milioni in caso di partecipazione al Campionato di Serie B; entrambi i casi risultavano comprensivi di 3 milioni da corrispondere al verificarsi di alcune diverse eventualità”.

Inoltre, stando a quanto ha riferito Iannascoli, la proposta prevedeva anche “l’accollo di tutti i debiti della società ed all’immediata sostituzione di tutte le garanzie eventualmente prestate dai componenti del CdA presso gli Istituti di Credito, previa verifica da effettuare mediante una corretta procedura di due diligence, che non è stata tuttavia consentita”.

Rispondendo al presidente Sebastiani, Iannacoli spiega che l’attuale proprietà “ha potuto beneficiare dei continui e puntuali versamenti effettuati dalle mie società in conto capitale, delle ripetute ricapitalizzazioni ed anticipazioni anche personali effettuate e delle pesanti garanzie prestate che, alla data odierna, non sono state ancora né restituite né tanto meno sostituite, visto che, malgrado le richieste, sono ancora in essere finanziamenti importanti erogati a favore della società e garanzie a favore di questa prestate su posizioni debitorie assunte nei confronti di enti diversi dagli istituti bancari”. Per questo, ha assicurato Iannascoli, “come socio continuerò ad esercitare i diritti a me riconosciuti dalla legge, e a vivere lo sport con la stessa visione e con lo stesso amore e rispetto dei suoi valori, cercando nel mio piccolo, di portare sempre più in alto il nome della mia città”.

 

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