Bolloré pronto a discutere con Berlusconi ma Mediaset chiude a ogni trattativa

Vivendi sospende (almeno per il momento) la scalata in Borsa a Mediaset e Vincent Bolloré si prepara a bussare alla porta del Biscione chiedendo un summit con Silvio Berlusconi in…

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Vivendi sospende (almeno per il momento) la scalata in Borsa a Mediaset e Vincent Bolloré si prepara a bussare alla porta del Biscione chiedendo un summit con Silvio Berlusconi in persona. La richiesta, secondo quanto riportato da Repubblica, sarebbe in preparazione in queste ore e fonti francesi auspicano un incontro ai massimi livelli (dopo quello di ieri tra il ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine e Pier Silvio Berlusconi), per provare a far parlare la diplomazia dopo i fuochi d’artificio di questa settimana sul listino.

Bolloré, che di Vivendi è il principale azionista con il 20% e presidente del consiglio di sorveglianza, ha passato gli ultimi giorni a scalare le tv di Silvio Berlusconi rastrellando il 20% del capitale di Mediaset.

Ma la mossa, sottolineano gli osservatori, rientra a pieno titolo nella sua classica strategia d’assalto, fatta di continui stop and go fino a centrare l’obiettivo finale. Il tono dell’offerta di pace (armata) ad Arcore è chiaro. Ed è stato lo stesso de Puyfontaine ha spiegarlo in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.

«Fininvest e Mediaset ci hanno fatto causa per aver rotto il contratto su Premium. Ma noi ci siamo tirati indietro perché abbiamo scoperto di aver firmato un’intesa diversa da quanto ci era stato detto», ha spiegato il ceo di Vivendi al quotidiano di Via Solferino.

La ragnatela di partecipazioni di Vincent Bolloré in Italia
La ragnatela di partecipazioni di Vincent Bolloré in Italia

«Abbiamo provato a trovare un accordo alternativo. Invece ci hanno offeso e maltrattato pubblicamente. Non siamo masochisti. Abbiamo reagito per superare l’impasse. Il 20% ci rende il secondo socio con voce in capitolo per trovare un buon risultato su Premium. L’obiettivo finale è arrivare a un’alleanza per creare una media company europea di dimensioni mondiali, con un approccio latino e contenuti di grande qualità, in grado di competere con giganti come Amazon Prime e Netflix. Abbiamo un interesse di lungo termine, vogliamo essere partner industriali. È un progetto in cui crediamo molto», ha sottolineato de Puyfontaine.

Il ceo di Vivendi, che ha precisato come il 20% di Mediaset rastrellato in borsa sia costato circa 800 milioni di euro, ha poi ribadito il punto di vista dei francesi sul dossier Premium. «È come se ci avessero invitato a cena in un ristorante a 3 stelle e poi ci siamo ritrovati in un McDonald’s», ha affermato, facendo riferimento all’esito della due diligence sui conti della pay-tv che non avrebbe confermato, nella visione dei francesi, le prospettive di crescita di Premium.

Nel pomeriggio di sabato 17 è arrivata la posizione ufficiale di Mediaset.

Prima la presa di posizione del presidente delle tv del biscione, Fedele Confalonieri: «Questa è una scalata ostile non solo dal nostro punto di vista ma anche dal punto di vista della politica. E sotto questo punto di vista ci ha fatto molto piacere il sentirci appoggiati anche dalle istituzioni, perché si è capito che c’è della sostanza, qui non c’è in gioco solo l’italianità e l’inno di Mameli, ma anche l’interesse nazionale».

Confalonieri ha anche commentato le dichiarazioni del ceo di Vivendi al Corriere della Sera: «Ho letto anch’io l’intervista al ‘Corriere della Sera’, i fatti sono che avevamo un contratto e non lo hanno rispettato. Adesso dire che quel contratto fosse sbagliato è assurdo, sbagliato su che che cosa? Hanno fatto loro le due diligence quindi dovevano accorgersi se c’erano cose che non andavano. Quindi – ha concluso – il pretesto per dire ‘siamo stati imbrogliati’, o dire qualcosa che ci somiglia molto, è un pretesto veramente campato per aria».

Poi una nota ufficiale del gruppo di Cologno dai toni durissimi.

«Le gravi affermazioni di Arnaud De Puyfontaine contenute in un’odierna intervista sulla stampa italiana troveranno adeguata replica nelle sedi più appropriate», hanno fatto sapere da Cologno Monzese, sottolineando che che «non esiste alcuna trattativa».

E’ inoltre possibile che nel corposo dossier in mano all’ufficio legale di Mediaset per la vicenda Vivendi, potrebbe a breve confluire anche una segnalazione su alcune espressioni usate dal Ceo di Vivendi Arnaud de Puyfontaine nella sua intervista al Corriere della Sera. A quanto si apprende infatti, nella definizione data di Premium, la pay tv del Biscione (“E’ come se ci avessero invitato a cena in un ristorante a tre stelle e poi ci siamo ritrovati in un McDonald’s”), potrebbero venire ravvisati profili diffamatori.