Dopo 13 giornate di campionato l’Inter si ritrova con 18 punti collezionati per una media di 1,38 punti a partita.
La zona Champions League dista 8 punti (Milan e Roma ne hanno 26) e un punto sotto c’è l’Europa League.
L’obiettivo dell’Inter rimane quello di accedere alla principale coppa europea e anche ieri sera il direttore sportivo Piero Ausilio lo ha ribadito alla fine del derby.
“A gennaio ci sarà il fair play finanziario e quindi da quei numeri non si scappa, quindi non è giusto parlare di mercato faraonico” ha affermato il diesse.
“Cercheremo di fare qualcosa, anche in uscita perché siamo tanti. Per quanto riguarda i top player, sono convinto che in questa squadra già ce ne siano – ha aggiunto Ausilio a Premium Sport -. Ma ci vuole pazienza e la giusta dose di lavoro. Questa partita non è l’ultimo treno Champions, ci sono ancora tante partite”.
Lavoro e pazienza. Per quali risultati?
Nelle ultime stagioni la media punti per raggiungere la Champions League è stata di 72 alla fine della stagione.
Significa che all’Inter ne servirebbero 55 in 25 gare, ovvero 2.2 in media da qui alla fine del campionato.
In altre parole servono, a volersi concedere al massimo 2 sconfitte, almeno 16 vittorie e 7 pareggi.
La quota minima nelle ultime stagioni è stata nel 2011-2012 quando all’Udinese bastarono 64 punti. Se la stagine dovesse ricalcare quell’andamento all’Inter basterebbero 8 punti in meno.
Purtroppo il dato medio non dice che i 72 punti sono bastati solo 2 volte su 5.
Nel frattempo, ovviamente, le altre squadre dovrebbero rallentare di molto.
Lo scorso anno ad esempio Napoli e Fiorentina a questo punto della stagione avevano 28 punti (l’Inter 30). La Roma ne aveva 27 e il terzo posto venne aggiudicato ai giallorossi con 80 punti.
Nel 2014 invece la Juve aveva gli stessi punti di adesso ed era inseguita a due lunghezze dalla Roma, Genoa e Napoli inseguivano a 23 ma alla fine fu la Lazio – allenata proprio da Pioli – ad arrivare terza: con 69 punti frutto soprattutto di un filotto di 8 partite vinte consecutive.
Nel 2013-2014 al Napoli servirono invece 78 punti totali. Lo stesso Napoli che alla 13esima era terzo con 28 punti. L’anno prima invece fu quello della gran rimonta del Milan di Allegri. In quel caso rossoneri a 15 e terzo posto che era distante ben 12 punti: i 27 di Napoli e Fiorentina.
Combinazione: alla 13esima il Milan fece 2-2 in rimonta proprio contro il Napoli, terzo. Stessa situazione capitata ieri sera all’Inter.
Rimonta possibile? Ognuno ovviamente può dare il giudizio che crede.
L’unico dato finale che si può aggiungere riguarda l’andamento storico dell’Inter.
Solo Leonardo, con 2.30 punti a partita (53 punti in 23 partite, 17-2-4) ha fatto meglio di quanto servirebbe oggi.
Molto vicini ci sono andati sia Mourinho con 2.18 (166 punti in 76 gare: 49-19-8) che il primo Mancini a 2.17 (330 punti in 152 partite: 96-42-14).
Prima di loro il migliore era stato Cuper con 1.93 (143 punti in 74 partite: 41-20-13).
Mentre i tecnici recenti si sono fermati ad un livello decisamente insufficiente.
Benitez fece 1.53 (23 punti in 15 gare: 6-5-4); Mazzarri 1.66 (in 58 partite) e il secondo Mancini 1.63 (in 70 gare).
Il tutto partendo da una media di 1.38 punti attuali, che nell’epoca dei 3 punti sono meglio solo di quanto fatto da Gasperini nelle sole 3 partite alla guida dei nerazzurri e da Lucescu in 15 partite (1.26 di media: 5-4-6).