Crisi Fc United of Manchester, il club nato e gestito dai tifosi dissidenti del Manchester United inizia a scricchiolare, nonostante quattro promozioni in undici anni.
Nato nel 2005 come forma di protesta dopo l’acquisto dei Red Devils da parte del magnate statunitense Malcolm Grazier, l’Fc United of Manchester è diventato nel tempo uno degli esempi in tutto il mondo di gestione di un club da parte dei tifosi. Una squadra fondata per opporsi al calcio miliardario di oggi, e ritornare al football più vero, con massima attenzione al parere dei supporters e alla “democrazia” nelle scelte. Undici anni e quattro promozioni (ora disputa la National League North, il sesto livello del calcio inglese) dopo, però, non tutto continua ad andare per il verso giusto, come racconta “In The Box”, rubrica de La Gazzetta dello Sport.
Tante le gocce che nell’ultimo anno hanno fatto vacillare quella che appare sempre più come un’utopia: ad ottobre un endorsemente (via twitter) della società a Damian Hinds, segretario di Stato al tesoro; la “sconfitta” nell’essere obbligati a giocare il lunedì la sfida contro il Chesterfield FC in FA Cup per questioni di dirette televisive, piegandosi al volere della Football Association; l’aumento di 50 pence del prezzo dei biglietti per l’amichevole contro il Benfica, sfida di lusso che “servì” per inaugurare il nuovo impianto, Broadhurst Park. Cose non propriamente da poco, per un club che ha fatto della battaglia al calcio business il suo cavallo di battaglia.
Crisi Fc United of Manchester, dimissioni e avvocati
Poi sono arrivate le dimissioni del general manager Andy Walsh, uno dei fondatori del club, seguite all’addio di altri due membri del board, in disaccordo con la strada che il club sta percorrendo. Come se non bastasse, come riporta il Guardian in ballo c’è anche un contenzioso con John-Paul O’Neill, uno degli uomini decisivi per la nascita del club nel 2005, che ha spesso provato a fermare la deriva della società, lontana dai principi che avevano portato alla fondazione, tanto da portare avanti una causa per presunta diffamazione. «C’è carenza fondamentale di democrazia, trasparenza e responsabilità tra il club e i suoi membri», le parole di O’Neill al Guardian. «Dopo aver combattuto per mesi per sottolineare questi elementi non sono più arrabbiato, solo profondamente triste».
Nel frattempo, stando ad un sondaggio l’84% dei tifosi ha perso fiducia nell’attuale board del Fc United of Manchester. Che sembra pagare l’avvicinarsi al calcio professionistico: un luogo dove, nel bene e nel male, tocca fare i conti con il business da cui i Red Rebels (così si fanno chiamare i tifosi) sono scappati undici anni fa.