Juventus Real Madrid – Fare gli economics di Juventus e Real Madrid, significa di fatto sviscerare i numeri di due squadre che rappresentano due modelli diversi fra loro. Il primo è quello dei Blancos, fatto di solidità e dominio europeo, sul campo e nei numeri che riguardano soprattutto la cosiddetta gestione caratteristica. Il secondo modello, quello bianconero, è quello che si sta facendo carico della lunga rincorsa del calcio italiano a recuperare posizioni, sia nel ranking che negli introiti.
Sul campo, la sfida sembra pendere dalla parte spagnola, anche se nell’ultimo precedente targato 2003 (era anche quella una semifinale di Champions) fu la Juve a dominare sui galacticos della prima gestione di Florentino Perez.
Dai Galacticos alla gestione bilanciata
E proprio dal confronto con il 2003 si capisce quanto il Real Madrid sia maturato dal punto di vista della gestione economica della propria rosa e della propria immagine. Nonostante quel Real – guidato in panchina da un grande tecnico come Vicente del Bosque – fosse reduce dalla vittoria in Champions nel 2002, la squadra si avviava a diventare una sorta di carrozzone dorato di stelle messo in piedi più per divertire il pubblico, che per vincere.
Stava prendendo forma in quegli anni l’idea dei Galacticos, del Real Madrid infarcito di Palloni d’Oro e nomi altisonanti, che fosse in grado secondo Florentino Perez di centrare tre obiettivi contemporaneamente: vincere, guadagnare denaro e divertire il pubblico. Il progetto voluto da Perez, che alle elezioni presidenziali del 2000 battè Lorenzo Sanz, all’inizio pareva dare i propri frutti. Perez inaugurò la propria gestione portando a Madrid quello che all’epoca era il Pallone d’Oro in carica: Luis Figo. E pazienza se giocava nel Barcellona. Nel 2001 fu la volta di Zinedine Zidane. Nel 2002 arrivò la vittoria in Champions a Glasgow contro il Bayer Leverkusen, così Perez capì che il porgetto dei Galacticos doveva essere ancora alimentato: ecco che per regalo perla vittoria in Champions arrivò Ronaldo, altro Pallone d’Oro come Zizou.
Il progetto però naufragò rapidamente. Di seguito arrivarono Beckham, Owen, Robinho. Ma il Real a livello europeo si incagliò in una serie di disastri uno dietro l’altro. L’immagine del club cresceva in Asia (grazie soprattutto a Beckham), ma non era seguita da risultati sul campo, tanto che nel 2006 Perez si dimette nonostante i 292 milioni di ricavi. L’era Calderon dura solo 3 anni e nel 2009 Perez torna. All’inizio, sembra solo una ripetizione dei Galacticos: arriva Cristiano Ronaldo per 93 milioni di euro, assieme a Kakà per circa 67 milioni. Non sarà così. Perché Perez spenderà si 252 milioni di euro, ma con criterio: 13 giocatori lasciarono il Real (tra cui Saviola e Cannavaro) e il resto delle uscite fu bilanciato dal contratto da 120 milioni con la Mediapro e con gli introiti da stadio e tv. Insomma, il Real cambiava gestione.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Nel 2013/14, il Real è stata la squadra che ha generato più ricavi in Europa. Secondo la classifica “Football Money League” di Deloitte, il Real ha incassato 549,5 milioni di euro. Un risultato già di per sè incredibile e che lo diventa ancora di più se si considera che è in aumento di circa 30 milioni, rispetto ai 519 del 2013. Nel dettaglio, il club si è messo in tasca 113 milioni di euro dal botteghino, 204 dai diritti tv e 231 dal commerciale, compresi i 57 milioni di euro dei premi Uefa. Una crescita che non smetterà. Perché il Real non solo fa soldi a palate, ma pensa sempre al futuro. In parte, intervenendo sugli ingaggi in maniera rigida (leggi l’analisi di Calcio&Finanza). In parte, intervenendo sulla voce che cresce meno rispetto alle altre. In questo caso, lo stadio, che genericamente quando arriva a una certa soglia di ricavi, è difficile che questa si innalzi di molto. Così, ecco l’accordo per il nuovo Bernabeu con il fondo PIC (International Petroleum Investment Company) per i naming rights del nuovo stadio: l’assegno staccato dagli arabi è di 500 milioni di euro.

Juventus locomotiva d’Italia
Per la Juventus, il discorso è per ora diverso. Per capirlo, basta riavvolgere il nastro a quel 2003. Anno santo, per il calcio tricolore: due italiane in finale di Champions a Manchester, il punto più alto del campionato più bello del mondo. Poi il Milan farà altre due finali, che non faranno altro che nascondere sotto il tappeto i problemi di un pallone sempre meno lungimirante. Mentre i club europei capiscono che per fare soldi bisogna adeguarsi a un fenomeno globale, in Italia non accade e restiamo indietro.
Dal 2004/05, nonostante non abbia più conseguito vittorie in campo internazionale fino alla conquista della decima dello scorso anno, il Real ha accresciuto i propri ricavi. Prima in maniera lenta, ma costante: 275 nel 2005, 292 nel 2006. La Juve, in quegli anni, tiene il passo con 229 milioni. Poi, lo spread aumenta inesorabile. Giusto per capirci: nel 2010, la Juve ha ricavi per 205 milioni, il Real 439. Ma i bianconeri, fiaccati dalla questione Calciopoli con relativi introiti minori, non si sono pianti addosso ed hanno ricominciato a marciare, cioè a fare soldi, grazie allo stadio nuovo di pacca e al nuovo corso di Antonio Conte con i suoi 3 scudetti consecutivi. La torta dei ricavi vede la Juve a 279,4 milioni: 41 dallo stadio, 153,4 dalla tv e 85 dal commerciale.

E come analizzato da Calcio&Finanza, la Juventus ha già fino ad ora incassato più di quei 57 milioni che i campioni d’Europa in carica si sono messi in tasca nella scorsa stagione, vincendo la coppa. Solo di bonus i bianconeri hanno ricavato 8,6 milioni più 3,5 dal girone più i bonus fino alla semifinale. Dal market pool, nella prima tranche la Juve ha ricavato 22,75 milioni di euro. Poi, la seconda tranche. Grazie all’esclusione della Roma e all’avanzamento Juve, la quota dei giallorossi scende pertanto a 13,36 milioni, mentre quella dei bianconeri sale a 26,73. Circa 3,88 milioni in più rispetto ai 22,85 milioni garantiti dall’approdo ai quarti. Insomma, nel 2015 la Juve sfonderà i 300 milioni di ricavi. Se si guardano valore della rosa e ingaggi, il Real è ancora lontano: 318 a 710 milioni di valore del parco giocatori Ma un po’ più vicino di qualche anno fa.