E’ il Manchester United il club europeo che nella stagione 2013/14 ha realizzato i maggiori ricavi da sponsor e merchandising, superando di circa 15 milioni il Bayern di Monaco, che si poneva al vertici di questa speciale classifica al termine della stagione 2012/13, conclusa con la vittoria della Champions League, della Bundesliga e della Coppa di Germania. Secondo le rilevazioni di Calcio&Finanza sui bilanci delle principali società di calcio europee pubblicati finora, emerge infatti che, al netto dei diritti tv e dei proventi da stadio, le attività commerciali hanno fruttato ai Red Devils 239,56 milioni di euro (189,31 milioni di sterline), con un incidenza sui ricavi complessivi (pari a 548 milioni di euro / 433,16 milioni di sterline) del 44%. Merito, in particolare, di General Motors, che per vedere il marchio Chevrolet stampato sulle casacche dello United, ha sottoscritto un contratto di sponsorizzazione con il club inglese da circa 60 milioni di euro a stagione. Un record, quello dei Red Devils, destinato ad essere ritoccato al rialzo il prossimo anno quando entrerà in vigore il contratto di sponsorizzazione tecnica sottoscritto con Adidas, che prenderà il posto della Nike, del valore di 94 milioni di euro circa a stagione (940 milioni per 10 stagioni).
Ma il colosso dell’auto Usa non è l’unico brand globale ad essersi legato al club di Manchester. Nel ricco portafoglio di sponsorizzazioni dello United figurano, in qualità di global sponsor, anche Aon, Aeroflot, Bulova, Bwin, Concha y Toro, DHL, Epson, Kansai, Nissin, Singha, Toshiba, Yanmar e l’italiana Campari, cui si aggiungono i “regional sponsor” Apollo, Cho-A Pharm, Euro Food, Federal, Gloops, Honda, Hong Kong Jockey Club, Kagome, Manda, Multistrada, Ottogi, Pepsi, Unilever e Wahaha. Un portafoglio che nella scorsa stagione, solo in termini di sponsorizzazioni è valso 135,83 milioni di sterline (171,36 milioni di euro), cui si aggiungono 37,51 milioni di sterline (47,32 milioni di euro) dalle attività di merchandising e 15,96 milioni di sterline dalla fornitura di contenuti multimediali a piattaforme web e mobile in giro per il mondo.
Numeri che fanno impressione, specie se confrontati con quelli delle società italiane, considerato che anche sommando i ricavi da sponsor e merchandising relativi a Milan (78,27 milioni), Juventus (60,23 milioni), Inter (36,2 milioni), Roma (21,49 milioni) e Napoli (30 milioni) non si arriva al risultato raggiunto dal solo United. L’aggregato in termini di ricavi commerciali dei primi 5 club della Serie A si ferma infatti a 226,19 milioni, superando di pochissimo il Bayern di Monaco che ha chiuso la stagione 2013/14 con ricavi da attività commerciali pari a 222,9 milioni e un incidenza del 51% sul fatturato complessivo, pari a 438,8 milioni.

Ma il Manchester United e il Bayern Monaco non sono gli unici due club a fare meglio delle italiane. Nella classifica (provvisoria, in attesa che vengano depositati i bilanci integrali di PSG e Chelsea) stilata da C&F sui ricavi da sponsor e merchandising troviamo il Manchester City, terzo con ricavi da partnership commerciali per 165,8 milioni di sterline (209,2 milioni di euro al cambio odierno). In questo caso è doveroso sottolineare che, nonostante la numerose partnership siglate dal City nel corso dell’ultima stagione, che hanno contribuito a far salire questa categoria di ricavi del 16%, il grosso delle sponsorizzazioni arriva da soggetti, come la compagnia area Ethiad, che sono parti correlate della proprietà (lo sceicco Mansour bin Zayed Al Nahyan). Solo il vettore di Abu Dhabi, che da poco ha rilevato il controllo dell’Alitalia, ha fruttato alle casse del City circa 50,4 milioni di euro, in virtù dell’accordo decennale per la sponsorizzazione di maglia da 40 milioni di sterline a stagione. Un accordo che ha contribuito a gonfiare i ricavi del club campione d’Inghilterra che è stato pertanto sanzionato dalla Uefa, al pari del Paris Saint-Germain, per violazione del Fair Play Finanziario.
Giù dal podio troviamo le due grandi spagnole. Il Real Madrid, pur essendo il club europeo con maggiori proventi in assoluto (550 milioni circa al netto del player trading), dal punto di vista dei ricavi da sponsor e merchandising ha fatto “peggio” di United e Bayern. La società presieduta da Florentino Perez ha incassato da sponsorizzazioni e merchandising 174,63 milioni. Alle sue spalle si piazza il Barcellona, quinto in questa speciale classifica, con proventi da attività commerciali per 160,16 milioni. Alle loro spalle il Borussia Dortmund, sesto con 129,61 milioni e l’Arsenal, che ha potuto contare sul rinnovo dell’accordo di sponsorizzazione con Emirates (38 milioni a stagione compreso i naming rights dello stadio) e all’intesa siglata con Puma all’inizio della stagione 2013/14 (circa 37 milioni l’anno) per incassare complessivamente 97,65 milioni.

Il primo tra i club italiani, ma staccatissimo dall’elite del calcio europeo, è il Milan, ottavo nella classifica sui ricavi da sponsor e merchandising stilata da C&F. Il club controllato dalla famiglia Berlusconi pur essendo una delle società più conosciute al mondo, grazie anche alle 7 Coppe dei Campioni in bacheca, ha infatti chiuso l’esercizio 2013 con ricavi commerciali pari a 78,27 milioni in virtù degli accordi in essere con Adidas, Emirates e Infront Italy. Una cifra, quella riportata nel bilancio dei rossoneri, destinata a salire negli anni a venire per via del rinnovo per 5 anni dell’accordo di sponsorizzazione con la compagnia aerea di Dubai, ma non in misura tale da colmare il gap esistente con i top club europei. I 100 milioni messi sul piatto da Emirates per i prossimi 5 anni (17 milioni garantiti più 3 di eventuale bonus dipendente dai risultati sportivi della squadra), lungi dall’essere un propulsore per il calciomercato del Milano come lasciato intendere dal vicepresidente Barbara Berlusconi e dalla stampa sportiva, serviranno a malapena a coprire i mancati introiti legati all’esclusione dalle competizioni europee in questa stagione, considerato che rispetto al contratto con Emirates attualmente in vigore l’incremento legato al nuovo accordo è di 12,75 milioni in 5 anni (4,25 milioni a stagione).

Ma il segno della dipendenza dei club italiani dai diritti televisivi e in particolare dalla partecipazione alla Champions League lo testimonia anche il dato relativo alla Juventus. Il club campione d’Italia, pur vantando il più alto fatturato della Serie A, ha incassato da sponsorizzazioni e attività commerciali solo 60,3 milioni, circa il 22% di quanto fatturato complessivamente nel 2013/14. Rispetto alla stagione precedente i bianconeri hanno visto tuttavia crescere del 15% questa voce di ricavo, ma solo perché la Fiat, sponsor dei bianconeri attraverso il marchio Jeep, ha deciso di girare al club presieduto da Andrea Agnelli un bonus di 6 milioni di euro oltre i 13 milioni garantiti per ciascuna stagione. Qualche piccolo miglioramento sul fronte delle sponsorizzazioni lo si potrà vedere a partire dalla prossima stagione quando entrerà in vigore il nuovo accordo con Adidas, che garantirà 30 milioni a stagione, e il rinnovo dell’accordo con Jeep (17 milioni contro i 13 attuali).
Ancora più staccato dal vertice della classifica europea figurano l’Inter, la Roma e il Napoli. I nerazzurri hanno chiuso l’esercizio al 30 giugno 2014 con ricavi pari a 160,7 milioni di cui 36,2 milioni legati a sponsorizzazioni e attività commerciali. Questa voce di ricavo ha registrato un incremento del 23% rispetto al 2012/13 ma solo perché la dirigenza del club ha scelto di farsi anticipare gran parte delle risorse messe sul piatto dalla Nike per la sponsorizzazione tecnica del club (per un approfondimento si veda il post Ricavi Inter, tutti i numeri del piano Thohir). Il peso dei ricavi da attività commerciali sul bilancio del Napoli è di soli 30 milioni di euro su un fatturato che nel 2013/14 è stato di 165,5 milioni, mentre la Roma di James Pallotta, il cui business plan, oltre alla costruzione dello stadio di proprietà, prevede proprio una spinta focalizzazione sulle attività commerciali ha chiuso l’esercizio al 30 giugno 2014 con ricavi da sponsor e merchandising pari a 21,5 milioni, addirittura in calo del 16% rispetto all’esercizio precedente quando la squadra di Totti e compagni aveva potuto contare sulla sponsorizzazione di Wind.
Analisi a cura di Luigi D’Albo e John Stock