Torna a farsi sentire sugli affari del calcio italiano una delle figure più controverse nella storia dello sport italiano. L’ex dg della Juventus Luciano Moggi ha spaziato in un colloquio con l’Adnkronos, toccando diversi temi, dal mercato, alla nazionale, un parallelo tra lo stadio di Juventus e Roma fino al nuovo ruolo rivestito da Lotito in Federazione.
Sulla Roma, Moggi ha sottolineato:«La Roma non ha fatto una grande campagna acquisti come dicono molti. Iturbe è un buon giocatore e può far parte di un ciclo vincente, ma insieme con Gervinho rischia di far fatica», dice l’ex direttore generale della Juventus.
«Con due esterni di questo tipo, la Roma rischia di soffrire se gli avversari non concedono 30 metri di campo aperto. Alla Roma, piuttosto, sarebbe servito un attaccante centrale».
Un’analisi chiara e lucida anche se per Moggi, con l’organico attuale, la formazione allenata da Rudi Garcia è in prima fila per lo scudetto ed è destinata a lottare con la Juventus, che va a caccia del quarto titolo. Sulla sua vecchia squadra Moggi dice:«La Juve ha inserito ricambi senza porsi il problema di aggiungere un difensore, probabilmente non lo ha ritenuto necessario. La Juve non ha ceduto nessuno e può ipotecare uno dei primi due posti».
Questione stadio. Vena polemica dell’ex dirigente, in un parallelo tra l’impianto bianconero costruito nel 2011 e quello della Roma, il cui progetto è destinato a realizzarsi tra qualche anno: «Sento dire che la città di Torino regalò lo stadio alla Juventus. Noi, all’epoca, pagammo», dice Moggi. «In Italia si fa fatica a costruire stadi perché molti vorrebbero lo stadio gratis. Non è normale». A Roma, la proprietà del club giallorosso si farà carico di interventi massicci su trasporti e infrastrutture. «Certo, probabilmente non è nemmeno normale che uno, per costruire uno stadio, debba fare anche le stazioni…» replica Moggi.
Su Lotito poi è ironica la stoccata diretta ad un sistema che oggi vede nella figura del presidente laziale una delle figure chiave del nostro movimento:«Lotito è uno che ci sa fare. Io, quando andavo a Coverciano, chiedevo il permesso e venivo autorizzato». Luciano Moggi sorride leggendo i giornali e vedendo le foto di Claudio Lotito con il k-way della Nazionale: “Dicono che anche io ai miei tempi ero ovunque? Io chiedevo permesso, ho sempre chiesto l’autorizzazione per entrare. Lotito si è calato nella parte, ma è una persona che nella parte ci sa stare. Ci sa fare…”
Su Carlo Tavecchio. «Io ho fiducia in Tavecchio e spiego perché: quando ha assunto la guida del settore dilettantistico, ha trovato un mondo allo sfascio. Ora, invece, i dilettanti sono il fiore all’occhiello della federazione. Certo, è difficile invertire completamente la rotta ma si può fare qualcosa».
Sul nuovo ct azzurro Antonio Conte:«L’avvio di Conte è positivo, non si sono dubbi. Il problema è la squadra e la qualità dei giocatori che il nostro movimento può proporre. Conte ha dato già la sua impronta alla Nazionale, come si è visto contro l’Olanda. La squadra ha mostrato grinta e aggressività, c’è la mano del ct che si è rivelato anche molto furbo: ha cercato di motivare la squadra inserendo i giovani che avevano fame. Ora si va in Norvegia (per l’inizio delle qualificazioni europee) e l’impegno sarà più duro».
Presenza eccessiva di stranieri a scapito del prodotto italiano. Moggi sottolinea:«Nel mercato sono arrivati 69 stranieri, nella maggior parte dei casi inferiori ai nostri giocatori. Oggi non si costruiscono più i calciatori, i vivai sono trascurati perché è più facile comprare stranieri a poco prezzo di poca qualità. È meno faticoso».
Fabio Colosimo