Mourinho non si smentisce mai. Il tecnico portoghese del Chelsea aveva caricato per bene l’ambiente prima della sfida in casa del Liverpool, che ha vinto con un corsaro due a zero riaprendo la Premier. In gol è andato prima Demba Ba, che ha sfruttato un clamoroso scivolone di Steven Gerrard e ha vissuto una nuova giornata di gloria in un finale di stagione per lui emozionante (ricordiamo tutti la rete decisiva contro il Psg per la qualificazione alla semifinale di Champions). A chiudere i conti è stato poi, nei minuti finali, Willian. Eppure prima della partita – che ha riaperto la corsa al titolo inglese: ora i londinesi sono a due punti dai Reds e il City è ancora in corsa (sei punti indietro ma con due gare da recuperare) – l’allenatore ex Inter aveva sollevato un polverone.
Il calendario falsato
Nella sua perfetta strategia di comunicazione, che anche quest’anno lo sta aiutando a condurre la squadra oltre ogni aspettativa, aveva attaccato la federazione inglese dicendo che posizionare il big match tra i due impegni decisivi di Champions League contro l’Atletico Madrid sarebbe stato un netto svantaggio. Di fatto, l’avrebbe costretto a schierare una formazione di “serie B” nel mezzo della lotta per il titolo. Certo Murinho non è nuovo a queste uscite, che tengono sempre sullo sfondo l’importanza di una rosa di massimo livello e che in poche parole mettono i suoi presidenti alle strette: per vincere e farlo contento servono i soldi da spendere. Lo ha detto chiaro e tondo anche dopo la sconfitta per 3 a 1 a Parigi, poi rimediata con il 2-0 del ritorno, ai quarti di Champions: questa squadra non ha top player in attacco, gente come Lewandowski, Ibrahimovic o Falcao, e per questo non può competere.
Ma la rosa era superiore: 251 a 171 milioni
Dell’equivalenza tra valore e stipendi dei calciatori da una parte e risultati sportivi dall’altra si è spesso detto. Recentemente, proprio in Inghilterra, questa teoria è stata impiegata per cercare di spiegare in parte il fallimento di Moyes al Manchester United (ne abbiamo parlato qui). Ma nel caso della gara (forse) decisiva per la Premier le cose non stavano esattamente come ha lamentato Mourinho. Nonostante la necessità di preservare qualcuno in vista della sfida con l’Atletico Madrid, Mou ha potuto schierare un undici iniziale più “ricco” di quello del Liverpool; e la distanza si amplia ancor di più se si considerano le panchine.
I conti in tasca al portoghese li ha fatti il Telegraph, che spiega come l’11 titolare del Chelsea valesse 110 milioni di sterline di costo dei trasferimenti (circa 133 milioni di euro al cambio attuale), contro i 106,9 (129,8 milioni di euro) degli avversari di Anfield Road. Per di più, questi ultimi sono concentrati in una quarantina di milioni di sterline per i soli Suarez e Glen Johnson. La forbice tra le due rose si allarga ancor più se si guarda al valore complessivo, panchine incluse: il Chelsea di oggi arrivava a 207 milioni di sterline (251 milioni di euro), contro i 140,8 dei padroni di casa (171 milioni di euro). Insomma, se si guarda al tema economico tanto caro a Mourinho si può forse dire che con questa sua – ennesima – grande impresa, ha solo fatto il suo dovere.
Ecco il conto delle forze in campo
Liverpool, l’undici iniziale (£106,9m):
Mignolet – £9m
Johnson – £18.5m
Skrtel – £8.5m
Sakho – £18m
Flanagan – 0
Gerrard – 0
Allen – £15m
Lucas – £6m
Coutinho – £8.5m
Sterling – £0.6
Suarez – £22.8
Panchina: Jones – £2.3; Kolo Toure – 0; Agger – £5.8; Luis Alberto – £6.8m; Iago Aspas – £7m; Sturridge – £12m; Cissokho – loan.
Totale Liverpool = £140.8
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Chelsea, l’undici iniziale (£110m)
Schwarzer – 0
Azpilicueta – £7m
Ivanovic – £9m
Kalas – £5m
Cole – £5m
Lampard – £11m
Mikel – £16m
Matic – £21m
Salah – £11m
Ba – £7m
Schurrle – £18m
Panchina: Torres – £50m; Van Ginkel – £8m; Willian – £32m; Cahill – £7m; Ake – 0; Hilario – 0; Baker – 0.
Totale Chelsea = £207m