Exor, l'utile vola a 2 miliardi. Juve unica partecipata in rosso

La Juventus è l’unica nota dolente in un bilancio da record per Exor, la holding della famiglia Agnelli che ha beneficiato nel corso dell’esercizio 2013 della cessione della…

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La Juventus è l’unica nota dolente in un bilancio da record per Exor, la holding della famiglia Agnelli che ha beneficiato nel corso dell’esercizio 2013 della cessione della partecipata svizzera Sgs. Aver venduto la società leader mondiale nella certificazione ha portato una plusvalenza da 1,53 miliardi; nel complesso, quindi, l’utile netto è balzato da 298,3 milioni a 2,08 miliardi. Il Nav, cioè il valore degli asset in pancia a Exor, è passato da 7,62 a 8,85 miliardi.

Come mostra la tabella di seguito, il contributo delle partecipazioni della holding di casa Agnelli è stato ampio e – nel caso di Fiat – in netto miglioramento. Unica voce negativa quella della Juventus, che a valere sull’esercizio 2013 riporta un rosso di competenza per 14,3 milioni, per altro in peggioramento di 1,7 milioni sull’anno prima.

“Con il titolo di campione della serie A, conquistato nel maggio 2013, la Juve ha rafforzato ulteriormente il suo primato di squadra con più scudetti conquistati nella storia del campionato italiano”. Sottolinea i meriti sportivi della società bianconera, il presidente John Elkann, nella lettera agli azionisti Exor, ma non manca di rimarcare anche quelli economici, che vanno oltre la fotografia di un contributo negativo alla holding. “La buona notizia per gli azionisti – dice, infatti – è la correlazione tra risultati sportivi e ricavi, che sono cresciuti del 33% a 284 milioni di euro”. “Ancora più incoraggiante – aggiunge – è il fatto che i ricavi siano cresciuti in misura maggiore dei costi operativi, che sono aumentati del 10%”.

Tra le altre voci di bilancio, spicca il peso della cassa di Exor. La posizione finanziaria netta è positiva per quasi 1,3 miliardi, ma se si considerano le disponibilità liquide e le attività finanziarie (escludendo principalmente passività legate a prestiti obbligazionari) si arriva a 2,5 miliardi di cartucce da sparare. Una consistenza che fa dire al presidente Elkann, sempre nella lettera agli azionisti: “Siamo fiduciosi nelle prospettive dei nostri investimenti. Se dovessero richiedere nuovi capitali per crescere ancora ed essere redditizi, saremmo più che felici di assicurarglieli”.

Il consiglio di amministrazione ha deciso di proporre all’assemblea di distribuire un dividendo da 0,335 euro per azione, per un valore complessivo di 74,5 milioni, a fronte di un utile della capogruppo in calo a  92,7 milioni. Inoltre, il consiglio ha deliberato la possibilità di emettere, entro il 31 marzo 2015, uno o più bond per un importo complessivo non superiore a 1 miliardo di euro. Per quanto riguarda infine l’evoluzione prevedibile della gestione, a livello consolidato il 2014 “dovrebbe evidenziare risultati economici positivi, che peraltro dipenderanno in larga misura dall’andamento delle principali società partecipate”.