Potrebbero allargarsi alle ultime tre dichiarazioni dei redditi gli accertamenti della magistratura spagnola sulla presunta evasione fiscale di Lionel Messi, per ora concentrate sugli anni dal 2007 al 2009, per un ammontare di 4 milioni di euro. E’ quanto emerge da indiscrezioni raccolte dai media spagnoli presso fonti giudiziarie di Gava (Barcellona), città in cui ha la residenza l’asso argentino del Barca.
Le stesse fonti hanno evidenziato che qualora fosse accolta la richiesta del pubblico ministero sul procedimento che riguarda anche il padre e agente di Messi, Jorge Horacio, si procederebbe anche per il reato penale in quanto l’ammontare della presunta evasione è superiore a 120 mila euro. Per questo tipo di crimine è previsto anche il carcere, ma il campione argentino potrebbe evitare qualsiasi complicazione se il padre si assumesse tutte le responsabilità visto che all’epoca della stipula dei contratti il calciatore era minorenne.
Non è escluso che prima di mettere sotto la lente di ingrandimento le ultime tre dichiarazioni dei redditi si attenda che Messi e il padre presentino quella relativa al 2012, che va consegnata in questi giorni. Sia Messi, sia il suo legale, Christopher Martell, uno dei piu’ prestigiosi di Barcellona nel settore penale, sia il presidente del Barca, Sandro Rosell, hanno dichiarato che non vi sarebbe stata alcuna evasione fiscale relativa ai diritti di immagine. “Il mio assistito – ha detto Martel – è il maggior contribuente fisico spagnolo”. Secondo la procuratrice Raquel Amado, che ha chiesto al Tribunale di Gara l’incriminazione di Messi, ‘la Pulce’ e il padre avrebbero fatto transitare su societa’ con sede in paradisi fiscali gli emolumenti legati allo sfruttamento dell’immagine in modo da evadere il fisco spagnolo. Nei giorni scorsi Rosell era intervenuto ufficialmente sulla vicenda spiegando l’impossibilita’ dell’evasione perche’ la quota dei diritti di immagine verrebbe inserita nello stipendio.