Mondiali 2022, Amnesty denuncia: "Migranti in Qatar trattati come bestie"

Il segretario generale di Amnesty International, Salil Shetty, presenta il report sui Mondiali del…

Lavorare 12 ore al giorno, anche in aree fortemente esposte al sole, non è certo una passeggiata. In particolare se si è in Qatar, dove un regolamento del Ministero del Lavoro impedisce apertamente di far lavorare gli operai nelle ore di metà giornata all’aperto tra Giugno e Agosto. E’ solo uno dei parametri non rispettati dalle imprese di costruzione che stanno preparando l’edizione 2022 dei Mondiali, che si terrà appunto in Qatar (anche se è ancora aperta la querelle sulla stagione opportuna per disputare i Campionati del Mondo). Il programma qatariota di realizzazione degli stadi è stato valutato 4 miliardi di dollari.

La denuncia arriva da Amnesty International, che ha raccolto testimonianze dirette su pratiche abusive e veri e propri sfruttamenti nell’Emirato; per questo l’associazione chiede alla Fifa di agire con urgenza, insieme alle autorità del Qatar e agli organizzatori dei Mondiali del 2022, per impedire questi abusi. Le risultanze del rapporto di Amnesty International alimentano i timori che nella costruzione dei principali impianti, compresi quelli che potrebbero essere di cruciale importanza nello svolgimento dei mondiali fifa del 2022, i lavoratori potranno essere sottoposti a sfruttamento. In un caso, i lavoratori di un’impresa che fornisce materiali fondamentali per un progetto legato alla costruzione di quello che sarà il quartier generale della Fifa, hanno subito gravi abusi. “Venivamo trattati come bestie”, hanno affermato i lavoratori nepalesi assunti dall’impresa, costretti a lavorare appunto fino a 12 ore al giorno, sette giorni su sette.

Il fatto è che molti lavoratori migranti sono impiegati in Qatar, vista la necessità di sostenere il boom delle costruzioni, mentre la popolazione del Paese sale di 20 unità all’ora. Nel rapporto vengono denunciati anche casi di sfruttamento che costituiscono lavoro forzato. Alcuni lavoratori hanno dichiarato di vivere nella costante paura di perdere tutto, di essere minacciati di multe, di espulsione o di decurtazione del salario se non si presentano al lavoro, anche quando non vengono pagati.

I ricercatori dell’organizzazione per i diritti umani raccontano di aver visto direttamente 11 uomini firmare documenti di fronte a funzionari del governo in cui dichiaravano il falso – ovvero, di aver ricevuto il salario – per riavere indietro i passaporti e poter così lasciare il qatar. Molti lavoratori si sono lamentati delle cattive condizioni di salute e a proposito degli standard di sicurezza, denunciando in alcuni casi la mancata fornitura dei caschi protettivi. Un rappresentante del principale ospedale della capitale Doha ha dichiarato nel corso dell’anno che, nel 2012, oltre 1.000 Persone erano state ricoverate nel reparto traumatologico dopo essere cadute dalle impalcature.  Il 10% dei ricoverati era diventato disabile e il tasso di mortalità era definito “significativo”.

Salil Shetty, segretario generale di Amnesty,  ha detto: “La Fifa ha il dovere di dire forte e chiaro che non tollererà abusi nei progetti di costruzione. Molti migranti arrivano in Qatar pieni di speranze, che vengono sbriciolate poco dopo l’arrivo. Non c’è tempo da perdere, il governo deve intervenire subito per fermare questi abusi”.