Perché Ventura non vuole dimettersi da ct della nazionale italiana? Fondamentalmente per una questione economica.
Il rinnovo fino al 2020 non entrerà in vigore perché era legato alla clausola sulla qualificazione al Mondiale, adesso mancata. Ma in ballo ci sono gli ultimi otto stipendi del contratto originario, quello con scadenza giugno 2018: centomila euro netti al mese, malcontati, quindi poco meno di un milione.
Nella notte di San Siro, dopo il pareggio con la Svezia e la mancata qualificazione ai Mondiali, con mestizia, il ct non voleva neppure salire in sala stampa, dopo aver disertato la flash interview a fine partita. Poi nella breve apparizione in sala stampa Ventura ha esordito spiegando che non si sarebbe dimesso perché doveva ancora parlare col presidente «di alcune questioni». Un chiaro riferimento a come essere liquidato del restante ingaggio in essere da qui a giugno.
Toccherà al dg Michele Uva trovare l’accordo. Da stabilire modalità di liquidazione delle spettanze: se in unica soluzione o mese-mese con clausola di salvaguardia per la Federazione nel caso il ct dovesse trovare una nuova squadra.
Ventura non intende fare bei gesti e ha incaricato il suo avvocato di trattare con la Federcalcio per la parte economica. Non ci saranno grandi sconti per Tavecchio. A Bari ricordano come Ventura a suo tempo abbia battagliato al centesimo col Bari perla risoluzione del contratto. Difficile accordarsi e allora un bell’esonero, perché no? A quel punto la Figc sarebbe costretta a pagare il tecnico fino all’ultimo euro.
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