Lotti striglia il calcio: "Servono riforme e stadi di proprietà"

“Oggi il calcio sta vivendo un periodo importantissimo, fondamentale e di cambiamento e questo cambiamento va aggredito: dobbiamo parlare di riforme, di riorganizzazione del calcio, dalla A alle categorie più basse”….

Presentazione GP Liberazione

“Oggi il calcio sta vivendo un periodo importantissimo, fondamentale e di cambiamento e questo cambiamento va aggredito: dobbiamo parlare di riforme, di riorganizzazione del calcio, dalla A alle categorie più basse”. A strigliare il mondo del pallone italiano è il ministro dello Sport, Luca Lotti, parlando a margine di KickOff, la manifestazione organizzata dalla FIGC per studiare il calcio al di là del campo. “Questo evento – ha aggiunto Lotti – è un momento importantissimo per discutere, dialogare e confrontarci”.

Poi la stoccata alla massima lega italiana: “Non ho nulla contro i presidenti delle società di calcio di Serie A, ma servono personalità per farci fare il salto di qualità e superare il gap con i campionati degli altri Paesi – ha detto Lotti – Trovo che sia una situazione imbarazzante che ancora non sia stata decisa una governance e che ci sia questo stallo”.

Di pari passo con le riforme devono correre gli stadi di proprietà: “Lo dimostrano i dati che investire negli impianti è fondamentale – ha aggiunto il ministro – Ce lo dicono le esperienze all’estero e ce lo dice l’esperienza italiana. Noi stiamo cercando di dare una mano non dando dei soldi ma aiutando nelle procedure, cercando di dare procedure più snelle, cercando di dare un aiuto anche dal punto di vista normativo per far sì che la bancabilità delle opere sia garantita”.

Il nocciolo della questione sono sempre gli spettatori, che calano. Per questo è necessario “investire proprio nelle strutture e nei nostri impianti, devono essere più accoglienti, devono far spazio alle famiglie, devono riuscire a saper accogliere lo spettatore come a un teatro. Dobbiamo lavorare molto, ma la direzione che abbiamo intrapreso insieme alla Figc è quella giusta. Dobbiamo solo continuare a lavorarci tutti insieme”.

Diritti tv, Lotti: Non lascio il governo senza tagliando alla legge Melandri

Come se non bastasse la governance e la ristrutturazione del pacchetto infrastrutturale, secondo Lotti, al calcio italiano serve un bel talgiando della legge Melandri che a gennaio 2018 compie 10 anni. È diventata grande: “Bisogna fargli il tagliando. Bisogna – insiste Lotti – riorganizzare i criteri di assegnazione dei diritti televisivi derivanti dalla legge Melandri. Così potremo rendere il campionato più affascinante e rendere migliore la distribuzione economica delle risorse. Non voglio lasciare il ministero, in questo governo, senza aver provato a rimettere apposto i tre pilastri su cui sto lavorando”.

Secondo l’uomo più vicino al segretario Pd, Matteo Renzi, “è incomprensibile che le società, che dovrebbero veder valorizzato il proprio campionato, non si trovino d’accordo non tanto sulla elezione del nuovo presidente, ma sull’organizzazione della governance, una governance che porti il campionato a essere venduto bene anche all’estero. Non ho niente contro i presidenti di calcio, niente che siano loro a gestire e controllare ma servono professionisti che valorizzino il nostro calcio in modo che sia vendibile ed attrattivo anche all’estero”.

Calcio femminile, Lotti: evviva la Fiorentina, ma bisogna fare di più

Lotti, che con il suo dicastero guarda su tutto il panorama sportivo made in Italy, non si lascia sfuggire l’occasione per parlare del calcio femminile: “L’Italia sta lavorando tanto e bene, la Figc sta lavorando in questa direzione in maniera chiara, concreta. Firenze ne è un esempio perché lo scudetto festeggiato qualche settimana fa è la dimostrazione che una società come la Fiorentina, che ha investito nel calcio femminile, ha ottenuto i risultati giusti”.

“Anche qui – insiste Lotti – dobbiamo fare di più: rendere criteri premiali per le società di calcio che fanno i settori giovanili femminili fin dalla scuola calcio. Dobbiamo lavorare da li’ per poi avere delle squadre in serie A e B femminili che possano dare poi dei risultati”.

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