Milan, scaduto il contratto tra Fininvest e SES: i cinesi promettono tempi brevi per il closing

L’intesa sulla proroga della scadenza per il closing della cessione del Milan da Fininvest a Sino-Europe Sports Investment non c’è ancora e, se non ci sarà entro giovedì, SES vedrà…

Silvio Berlusconi (Insidefoto)

L’intesa sulla proroga della scadenza per il closing della cessione del Milan da Fininvest a Sino-Europe Sports Investment non c’è ancora e, se non ci sarà entro giovedì, SES vedrà con ogni probabilità sfumare l’affare e i 200 milioni di euro di caparra già versati nelle casse della holding della famiglia Berlusconi.

Alla mezzanotte di ieri, il contratto che legava l’attuale proprietà del Milan ai potenziali acquirenti è infatti scaduto. Fininvest e i cinesi sono, formalmente, liberi di andare ciascuno per la propria strada. Berlusconi potrebbe pertanto decidere di tenersi i 200 milioni delle prime due caparre e non vendere più il Milan e magari intavolare una trattativa con altri soggetti interessati al club.

È vero che Berlusconi era furente e aveva voglia di far saltare tutto, ma poi è stato convinto a una mediazione.

Le difficoltà dei cinesi nel reperire i capitali necessari a procedere al closing avrebbe fortemente irritato Silvio Berlusconi. L’ex premier sarebbe stato pronto a far saltare tutto, ma sarebbe poi stato convinto a una mediazione e avrebbe dato il suo via libera ad andare oltre la scadenza della trattativa in esclusiva (originariamente fissata per oggi) ma solo a certe condizioni.

Il presidente del Milan sembra essere disposto a concedere una seconda proroga di 30-35 giorni, sempre che i cinesi paghino una terza caparra da 100 milioni di euro e forniscano ulteriori garanzie finanziarie, anche sulla capacità di rispettare gli impegni futuri e gli investimenti promessi per la squadra.Scaduto il vecchio contratto, deve essere sottoscritto un nuovo, ecco perché è diventato improprio parlare di proroga.

Per ora la società guidata da Yonghong Li ha manifestato, in una nota, “il proprio disappunto per ritardi dovuti a cause al di fuori del suo controllo” assicurando di essere “fortemente impegnata a continuare a lavorare con Fininvest per raggiungere il closing il prima possibile e che un dettagliato piano di investimenti è già pronto”.

“Non si può mantenere questa situazione di incertezza”, hanno protestato l’avvocato Giuseppe La Scala e altri piccoli azionisti rossoneri, esprimendo in assemblea una serie di perplessità diffuse fra tifosi e osservatori, esortando i cinesi a “metterci la faccia e mostrare il business plan” nonché criticando il comportamento dell’attuale management. “Perché mai mi dovrei sentire preso in giro? – è la replica dell’ad rossonero, Adriano Galliani -. Non c’è niente che non funziona, la vita societaria continua tranquilla e serena: gli adempimenti Covisoc sono rispettati e gli stipendi sono pagati. Se il Milan verrà o non verrà ceduto non dipende da me”.