Roma in utile nel trimestre. Ma la Champions non basta per l'equilibrio nel 2014/15

La Roma ha chiuso il primo trimestre in utile grazie all’impatto positivo sui conti del ritorno in Champions League, ma se per il prosieguo della…

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La Roma ha chiuso il primo trimestre in utile grazie all’impatto positivo sui conti del ritorno in Champions League, ma se per il prosieguo della stagione la dinamica di ricavi e costi resterà quella registrata nei primi tre mesi dell’anno, l’unica leva a disposizione della dirigenza del club per cercare di raggiungere entro fine giugno l’equilibrio di bilancio rimarrebbe quella della cessione di qualche pezzo pregiato dell’attuale rosa, magari già nella sessione di gennaio del calciomercato.

I dati dei primi tre mesi dell’esercizio 2014/15, seppur positivi, non autorizzano il presidente James Pallotta e i suoi collaboratori ad abbassare la guardia. Il primo trimestre si è infatti chiuso con un risultato netto positivo a livello consolidato di 8,91 milioni di euro, ma in flessione rispetto ai 19,52 milioni dello stesso periodo dello scorso esercizio.

Nonostante l’importante incremento dei ricavi della gestione caratteristica, passati dai 25,34 milioni del primo trimestre 2013/14 ai 45,10 milioni dei primi tre mesi del 2014/15, grazie alla contabilizzazione nel primo quarto dell’esercizio della quota parte dei proventi derivanti dalla partecipazione alla Champions League, l’utile ha mostrato una flessione per via dell’aumento dei costi operativi (44,49 milioni rispetto ai 33,55 milioni dello stesso periodo di un anno fa) e dei minori proventi del player trading (calciomercato).

Sul fronte dei ricavi, nei primi tre mesi del corrente esercizio la Roma ha cominciato a beneficiare dell’effetto derivante dalla partecipazione alla Champions League, contabilizzando tra i proventi della gestione caratteristica 22,2 milioni in più rispetto allo scorso anno legati direttamente alla partecipazione alla massima competizione europea per club.

Oltre a quanto incassato con la vendita dei biglietti relativi alla gara casalinga vinta per 5 a 1 contro il Cska Mosca disputata lo scorso 17 settembre (1,6 milioni dal botteghino), la Roma ha contabilizzato nella trimestrale al 30 settembre 2014 anche i proventi corrisposti dalla Uefa per la partecipazione alla Champions (8,6 milioni di “partecipation bonus”) e per i risultati conseguiti sul campo (1,5 milioni di “performance bonus” grazie alla vittoria sui russi e al pareggio esterno contro il Manchester City), nonché la quota parte relativa al primo trimestre del market pool 2014/15 spettante al club giallorosso tenendo conto della partecipazione alla competizione di due squadre italiane (10,5 milioni su un market pool atteso per la Roma di 40,8 milioni complessivi – stime del club).

L’effetto Champions ha più che compensato la flessione nel trimestre dei proventi da sponsorizzazione, sensibilmente più bassi rispetto ai primi tre mesi del 2013/14 (1,62 milioni da Nike nel primo trimestre 2014/15 contro i 6 milioni ottenuti lo scorso anno al momento della firma nel contratto e subito incassati).

as roma primo trimestre 2014-15

L’incremento degli ingaggi della prima squadra, passati, secondo la rilevazione effettuata a inizio stagione da La Gazzetta dello Sport, dai 92,5 milioni del 2013/14 ai 98 milioni della stagione in corso (dati al lordo delle imposte ma al netto dei premi), ha già avuto i primi impatti sui costi operativi. Nel primo trimestre il costo del personale (compreso lo staff tecnico e i non tesserati) si è infatti attestato a 30,38 milioni dai 24,11 milioni dei primi tre mesi dello scorso esercizio.

Se a questo si aggiungono le minori plusvalenze realizzate nella sessione estiva del calciomercato 2014/15 (19,98 milioni al netto degli oneri pagati sui prestiti, contro i 39,3 milioni del 2013/14), si comprende la forte contrazione del margine operativo lordo (Ebitda) passato dai 31,15 milioni del primo trimestre 2013/14 ai 20,6 milioni dei primi tre mesi dell’esercizio in corso.

Dopo aver spesato ammortamenti sui diritti alle prestazioni sportive dei calciatori per 8,9 milioni nel trimestre (8,27 milioni nei primi tre mesi dello scorso esercizio) e pagato interessi sul debito (sceso da 132 milioni di fine giugno a 111,3 milioni di fine settembre e che sarà rifinanziato a breve con un’operazione simile a quella realizzata dall’Inter) per circa 1 milione, il risultato prima delle imposte si è attestato per poco sopra i 10 milioni di euro.

Roma, le stime di C&F sul bilancio 2014/15

La pubblicazione della prima trimestrale consente di formulare una prima stima approssimativa relativa a quello che potrebbe essere il risultato della Roma al termine dell’esercizio 2014/15. Sul fronte dei ricavi, anche alla luce delle proiezioni formulate dallo stesso club e contenute negli ultimi documenti ufficiali, è lecito attendersi che il club presieduto da Pallotta, ipotizzando che il cammino in Champions si interrompa agli ottavi di finale e che non ci sia dunque il ripescaggio in Europa League, possa registrare proventi della gestione caratteristica di poco superiori ai 180 milioni di euro (dunque nella fascia alta della stima fatta dalla Gazzetta dello Sport ad inizio stagione che indicava un range di 170-180 milioni). Si tratterebbe di un bel balzo in avanti, considerato che il club capitolino ha chiuso l’ultimo esercizio con ricavi pari a  128,4 milioni.

as roma simulazione ricavi 2014-15

Allo stesso tempo però anche i costi sono destinati a crescere in maniera importante. Il costo del personale (tesserato e non) dovrebbe infatti attestarsi sopra i 120 milioni, senza considerare i premi per la qualificazione alla Champions League 2015/16 (obiettivo che sembra alla portata della squadra guidata da Rudi Garcia e che peserebbe sul bilancio per 7,8 milioni – 11,4 in caso di vittoria dello scudetto). Ma anche non considerando i premi e limitandosi a incorporare nel conto economico il risultato del player trading già realizzato nel calciomercato estivo (19,98 milioni) e gli ammortamenti dei diritti pluriennali alle prestazioni sportive calcolati per l’intero esercizio sui giocatori attualmente in rosa, pari a 30,9 milioni), risulta evidente che, senza il ricorso ad altri proventi straordinari, la Roma è destinata a chiudere l’esercizio 2014/15 con una perdita netta ancora importante, anche se in netto miglioramento rispetto al rosso di 38 milioni del 2013/14.

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Questo non significa che già a gennaio la Roma si precipiterà sul mercato per fare plusvalenza cedendo una delle sue stelle. Il progetto di Pallotta, Sabatini e Garcia sembra escludere questa eventualità, considerato che la vittoria del campionato italiano consentirebbe alla proprietà americana di dare slancio alle proprie strategie di rafforzamento del brand Roma in Italia e all’estero.

Leggendo quanto riportato nella relazione trimestrale, tuttavia, è la stessa dirigenza giallorossa a non escludere di dover ricorrere al mercato in uscita già a gennaio. Nel paragrafo relativo alle prospettive per l’esercizio in corso si legge infatti:

Il risultato dell’esercizio dovrebbe quindi confermare il trend positivo degli ultimi due anni, con un sostanziale miglioramento rispetto a quanto registrato al 30 giugno 2014, in diretta proporzione rispetto ai risultati delle competizioni nazionali ed internazionali, nonché agli esiti di eventuali operazioni di mercato dei diritti sportivi della sessione invernale, e di giugno 2015, quest’ultima relativa alla definizione dei diritti di partecipazione ed all’esercizio dei diritti di opzione e controopzione previsti nei contratti di trasferimento già sottoscritti.

Il confronto avviato con l’Uefa a causa dello sforamento da parte della società giallorosso dei parametri del Fair Play Finanziario negli esercizi 2012/13 e 2013/14 potrebbe tuttavia rendere necessario il sacrificio di uno dei campioni al termine della stagione. Nella tabella seguente sono riportati i valori di carico dei diritti alla prestazioni dei calciatori di proprietà della Roma al termine dell’esercizio corrente. Ciascuno è libero di simulare l’eventuale impatto di una cessione sui conti del club, tenendo conto che l’eventuale plusvalenza è data dalla differenza tra il prezzo di cessione e il valore di carico a bilancio. Se il prezzo di cessione è inferiore al valore di bilancio nei conti sarà recepita una minusvalenza.

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